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Maria Andreana Frau, nota Andreina, nasce a Sorradile nel 1944 dove trascorre infanzia, adolescenza e prima giovinezza. Compiuti gli studi magistrali si allontana dal paese per intraprendere la sua carriera di insegnante di scuola dell’infanzia. Nel 1974 si trasferisce ad Arborea dove continua la sua carriera lavorativa e forma la sua famiglia. Il legame con il suo paese natale è rimasto sempre forte e indissolubile nel tempo tale da decidere di dedicare a quei luoghi e a quei ricordi “Ragazze d’altri tempi”, breve saggio che racconta, non in maniera completamente autobiografica ma reale, com’era la vita di allora.
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RAGAZZE D'ALTRI TEMPI
Vita e Tradizioni in Sorradile
Pag. 85 - Formato 14 x 21 - € 15,00
Attraversando il ponte sul lago Omodeo s’intravede su una collina Sorradile, un piccolo paese situato a 356 metri sul livello del mare che oggi ospita circa 400 abitanti. La sua conformazione e le sue ambientazioni non sono tanto cambiate dai tempi della mia infanzia, quando ad animare le vie eravamo circa 1000. Le strade ripide in ciottolato erano il divertimento di noi bambini, che amavamo prendere la rincorsa e correre giù gareggiando per arrivare per primi alla fine della strada. Spesso il grande divertimento terminava con ginocchia sbucciate e tante lacrime, ma nonostante questo rimaneva uno dei nostri giochi preferiti. Dalla mia casa, situata in un posto privilegiato, c’era un panorama bellissimo. L’incantesimo iniziava all’imbrunire quando si accendevano tutte le luci dei paesi che si affacciano sul lago formando una ghirlanda luminosa. Questo panorama, unico nel suo genere, si può ancora ammirare poiché ancora oggi nulla è cambiato. Quasi tutte le vie del paese conducevano alla piazza principale dove si svolgevano tutte le manifestazioni paesane, dai semplici giocolieri che improvvisavano un circo, alla festa del Patrono, ai comizi e ad altre importanti occasioni comunitarie. Le abitazioni in pietra si affacciavano direttamente nelle vie formando strette strade. Il paese era diviso in due grandi quartieri chiamati “corte de susu” e “corte de josso” così denominati poiché separati dalla strada principale. Le porte delle case erano sempre aperte ed i piccoli quartieri erano grandi famiglie. Ricordo ancora l’inconfondibile profumo che avvolgeva l’aria la mattina presto, quando le signore cuocevano il pane ed indimenticabile è anche la brezza inebriante che proveniva dalle campagne ricche di querce secolari e boschi che avvolgevano tutto il paese. Ancora oggi quei luoghi sono avvolti da una inconfondibile magia: quella della genuinità e della semplicità umana. Attraverso i miei ricordi vorrei raccontare di quei luoghi, di quei tempi, ma soprattutto di quelle persone che li hanno popolati e che mi hanno accompagnata in quei lunghi ed intensi anni.