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Vincenzo Cardia è nato nel 1963 a Meana Sardo, un comune situato
nella provincia di Nuoro, in Sardegna. Sin da giovane, precisamente
all'età di diciassette anni, ha scelto di intraprendere una carriera
militare nell'Arma dei Carabinieri. Oltre alla carriera militare,
Vincenzo ha sempre coltivato una profonda passione per la scrittura.
I libri di Vincenzo Cardia
TRA LE ONDE DI COPACABANA
Romanzo
Pag. 346 - Formato 14 x 21 - € 25,00
Tra le onde di Copacabana non è un semplice resoconto di una vacanza, ma il racconto, crudo e luminoso, di una collisione tra esistenze. Ci eravamo imbarcati verso Rio de Janeiro come due semplici amici, anime affamate di sole e di tregua dal grigiore del quotidiano, ma il destino aveva scritto per noi un copione ben diverso. Credevamo di cercare un banale souvenir, un ricordo patinato da portare a casa, e invece, tra il fragore delle onde e il sussurro della sabbia di Copacabana, abbiamo trovato qualcosa di infinitamente più prezioso: il riflesso delle nostre anime più affini.
Eravamo turisti inconsapevoli; eppure, stavamo tessendo una tela di affetti così densa da oscurare tutto ciò che avevamo lasciato alle spalle. Le notti, lunghe e rumorose, sembravano infinite, cariche dell'energia della festa e della promessa di un domani mai uguale al precedente. I sorrisi, impressi nella nostra memoria con la precisione di un tatuaggio, non erano più casuali; erano il linguaggio di un sentimento nascente. L'amore, in quella terra esotica, ci ha colti come un'onda improvvisa: siamo arrivati come semplici turisti, ma abbiamo lasciato quella spiaggia come amanti, incastonando un pezzo della nostra anima nel cuore pulsante di Rio.
Ma si sa che la magia ha un prezzo, e la moneta è sempre il dolore. La lotta più difficile, la vera prova del fuoco, è iniziata non sulle piste da ballo, ma nella brutale chiarezza dell'ultima alba.
Quella mattina, l'aria non portava più il profumo salmastro della festa e della spensieratezza, ma aveva assunto il sapore amaro e ferroso dell'addio. Il cielo sopra l'oceano non era una promessa, ma un sipario che si chiudeva su un atto irripetibile. Gli sguardi di Maria e Veronica, fissi nei nostri, non avevano bisogno di parole. Erano un silenzio che urlava, una promessa muta, solenne, di attesa contro ogni logica del tempo e della distanza. Eravamo costretti alla partenza, non solo da una città straniera, ma dall'unica parte della nostra anima che avesse mai trovato la sua vera dimora.
Mentre il pulmino rompeva il silenzio della mattina e le inconfondibili luci di Rio si allontanavano, sentivamo sulle spalle il pesante fardello della distanza in arrivo. Non era la valigia a pesare, ma quel pezzo di cuore strappato via, che batteva all'unisono con un altro, ormai lontano. Restava la dolce malinconia dei ricordi, quei frammenti luminosi che avremmo dovuto imparare a far bastare. Ma proprio in quell'istante di massima vulnerabilità è emersa l'unica verità incrollabile, sussurrata con gli occhi e sigillata dalle labbra: la promessa di tornare.
Perché il legame tessuto tra le onde di Copacabana non è un fragile filo di seta, ma una corda marina che il tempo e la distanza non possono spezzare. Non è un ricordo passeggero; è il nostro futuro scritto sull'acqua, e l'attesa non sarà altro che la prova della sua indissolubile forza.