Roberto CAU - Recensioni

 

Lo spazio-orizzonte di ANTONIO TURNU

 

Ho avuto la netta e immediata sensazione di uscirvi. Sì! Uscire attraverso i dipinti di Roberto Cau, per immergermi in una stanziale levità eco-onirica che fa bene al piuttosto tormentato animo umano. Il mare è la suggestione più viva della sua ricerca, per comunicare nella visione cosmica delle cose, il sentimento di uno stato di coscienza che prolunga l'immagine oltre il limite stesso della tela. Anzi, l'impressione è quella di uno sfondamento della tela-superficie limitante, a favore dell'allargamento spaziale. Lo spazio-orizzonte è la sua vocazione per il non contenere. L'assenza della rappresentazione del corpo umano è il rifiuto dell'involucro dell'anima, oppure della forma che ci identifica e distingue; o della parte di noi di cui abbiamo la più immediata percezione ed istintivamente lo si usa come metro di misura, come paragone degli oggetti e delle azioni esterne a noi stessi. Tendenza innata per inserire il mondo che sta fuori, in uno (corpo e sue sensazioni) che ci è primordiale e familiare. Per ciò, il non contenere di Cau, è sinonimo di ricerca continua e libertà di se nell'ampliamento della conoscenza. Della realtà, Roberto Cau ne incapsula la sinuosità delle forme e dei ritmi, muovendosi fra aspetti della natura e rigorismi architettonici che concorrono alla creazione di lirismo e poesia. Della prima, ecco i giardini e pergolati dell'anima: ininquinabili, preservati e profondi come l'illusoria profondità data ai trittici fino a un punto di pura luminosità in cui gli elementi aria, acqua e terra, danno la sensazione di fondersi nella comunicazione dei tre livelli del creato: il sotterraneo, la superficie, il celeste. Nei suoi giardini ricostruisce nostalgicamente, un'età sublimizzata o un luogo caduto, perso. Come rifugio della e nella memoria. Come dimensione più segreta dell'essere in cui tornare. Del secondo aspetto, l'architettura è vista come forma d'arte che manifesta nella sua evoluzione secolare, l'incarnazione dello spirito dell'uomo nella materia: Così i capitelli dorici acquisiscono valenza ed espressione austera, di forza, di gravità che, se vogliamo, possiamo legarla a quella del corpo. Mentre i capitelli ionici sono snelli, raffinati ed eleganti, in uno slancio spirituale. I paesaggi di Roberto Cau possiedono la capacità di riflettere la luce e si presentano a ricerche di effetti cromatici che sfociano in una sensibilità romantica, rivelando il grado di serenità cui aspira l'animo umano. "Chi dice Romanticismo dice arte moderna, cioè interiorità, spiritualità, colore, anelito d'infinito, e tutto ciò espresso mediante un linguaggio artistico", così si espresse Baudelaire in occasione del Salone del 1846. Infine, mi ritorna in mente Monet con la pittura "en plein air" del 1874 lungo la Senna, con Manet e Renoir, quando trasformarono la pittura in una festa di luce e di colori: due succinti esempi questi, per rimarcare la linea di studio in cui opera, affascinato, Roberto Cau.

 

Trittico Roberto Cau