Lettura delle quattro tavole del Prof. GIOVANNI CARAFA
			ROBERTO CAU, HUMANITAS IN CAMMINO
				Se rinvenire l'eterna attualità della condizione umana nell'opera di 
			un artista è cosa acquisita, tanto perché il visuale resta pur 
			sempre oggettivazione valoriale del suo autore, che al contempo è 
			portatore di individualità e alterità, testimonianza del proprio e 
			dell'altrui essere, socialità, allora "Mundus", il complesso 
			organico di tematiche che sviluppano la collezione "I papiri 
			contemporanei" dell'artista Roberto Cau, viene ad assumere una 
			particolare valenza proprio in virtù del suo essere diretto ed 
			immediato esplicativo che assolutamente rifugge da una mera e fugace 
			lettura didascalica.
			In Cau il discorso si fa variegato, veramente creativo, di una 
			creatività originale, che non può non indurre, in chi ha la fortuna 
			di fruire di quella infinita produzione grafica, pittorica e 
			grafico-pittorica, ad avere riguardo attentivo per la traccia che lo 
			strumento tracciante che nel suo decorso lineare ora si fa parvenza 
			e ora si contestualizza in un relazionato aereo, trasparente, 
			monocromo di campiture d'inchiostro. Solamente per avere un 
			approccio a tale restituito, consideriamo alcune tavole "Mundus", le 
			seguenti quattro: opera 42, "Mare Nostrum"; opera 20, "Bellum Pax"; 
			opera 69, "Gentium"; opera 10, "Migranti". Pur nel diverso tematico 
			di specificazione il riguardante non può non accorgersi di una 
			comunanza tra quelle visualizzazioni: il ritmico seriale, 
			micrometrico-larvale che connota un formale appena riconoscibile 
			d'aggregazione "umana", una conduzione che il contesto poi è a 
			suggellare ulteriormente, vuoi col simbolismo cromatico, vuoi con un 
			esplicativo diretto di campitura.Sarà il sintetico evocativo verbale 
			(es., "Mare Nostrum"...) a orientare la significazione 
			simbolico-visuale verso un possibile interpretativo tematico. In 
			"Mare Nostrum 42" l'impeto formale di quell'immediato celeste è già 
			di per sé sintomatico del possibile carattere interpretativo. 
			L'innalzamento scuro, imponente, di due partiti-colonna rimanda 
			certamente a un "continuum" relazionale di umanità, la Storia che si 
			fa mondo di mondi, unità di disunità nella comune condizione 
			dinamico-esistenziale. In "Bellum Pax 20" è ancora la primiera 
			sortita percettiva cromatico-formale a orientare ogni intento 
			interpretativo. Il binomio più che attuale "guerra/pace" trova 
			l'aggregato umano compatto e organizzato (disposizione centrica) 
			attorno a uno sparuto nucleo di contesa. Il campo-foglio risparmiato 
			alla visualizzazione diventa un ulteriore addensato attentivo di 
			quella specifica simbolizzazione tematica. "Gentium 69", rappresenta 
			quasi una sezione stratigrafia della genia umana. L'ondulato 
			andamento del sottile e scuro strato-mantello di superficie 
			raccoglie in un'unicità le "genti" appena affioranti, quasi come 
			germogli, dalla comune humus vitae. "Migranti 10", è la Storia che 
			si fa divenire, possibilità altra, ancora unità nella diversità, 
			multietnicità in cammino, travolgente onda di humanitàs.
				Che dire, Roberto Cau con la sua scaltrezza 
				creativo-tecnico-espressiva e simbolica ripercorre la storia nei 
				suoi spazi e tempi di problematicità mantenendo viva 
				quell'occasione critico-interpretativa tanto necessario alla 
				consapevolezza della valutazione del valore humanitàs.  
				Prof. Giovanni CARAFA
				 
 
				
				Recensione della Prof.ssa 
				NUNZIA FABBIANO
				
				
				"Molto interessanti queste opere 
				grafico-pittoriche di Roberto Cau: è  riuscito ad interpretare 
				le problematiche dell'esistenza umana utilizzando una sintesi 
				narrativa immediata ed efficace nella comunicazione. L'uso della 
				grafica e del colore essenziali, ma fortemente simbolici, pur 
				affidandosi ad uno spazio ridotto, evocano nel fruitore spazi e 
				tempi allargati. Affiorano inevitabilmente, in vari modi, nella 
				mente di ciascuno, le molteplici memorie infauste 
				dell'umanità."  Prof.ssa Nunzia Fabbiano