Stfano Zuccheroso

Pittore

La pittura di Stefano Zuccheroso è sempre stata un’autentica ricerca attraverso sintesi emotive. La creazione delle sue forme è raggiunta dal dominio di compiute e pure espressioni interiori. Le sue sintesi pittoriche emergono certamente dalla capacità di mettere insieme invenzione visiva, voci della coscienza e mezzi tecnici pittorici. Sono opere che partono dall’anima per poi navigare attraverso indomite fantasie.

ROBERTO CAU

NOTA DEL PITTORE

Da bambino la mia più grande passione era costituita dalle matite colorate. Quasi a sconfiggere una esistenza passiva, trascorrevo le mie giornate a riempire fogli da disegno. Ricordo che non avevo riferimenti legati alla realtà ma rappresentavo tutto ciò che scaturiva dal mio mondo fantastico. Col tempo il mio concetto pittorico si è radicato in quella continua evoluzione dell'introspezione, legata sempre alla ricerca della più intima essenza. I primi quadri datati ’79, grafici e acquerelli, richiamano ad un analisi dell'uomo nei suoi conflitti; con ironia rappresento in chiave espressivo – simbolica i dubbi e le contraddizioni (“Spolverature culturali”, “Cristo alla ribalta” e, con riferimenti biblici, “Caduta di Lucifero sulla terra”). In seguito mi ricollego ad un tema ricorrente nella pittura, la danza, rappresentata da luci ed ombre che in compenetrazione di forme, imprigiona lo spazio quasi ad esorcizzare la paura. Utilizzo le tecniche più svariate, olio, acrilico, carbone, polimaterico, ecc. Dalla fluidità della forma, passo alla simmetria geometrica più rigorosa quasi ad imprigionare il caos. Il disordine viene colmato e controllato da forme geometriche strutturali e il movimento è dato dai rapporti di chiaro-scuro. Nel quadro “Il baratro”, rappresentativo di questo concetto, la forma geometrica crea un alternanza di ombre e luci, quasi a dar vita ad un passaggio atmosferico che imprigiona il tempo, scandito a sua volta, da un pendolo di oscillanti braccia meccaniche. I quadri che vanno dal 91 sino ad oggi sono un riflesso più maturo dei primi quadri del 86 e questo sicuramente a dimostrazione che non amo le mode. Sono convinto che l'arte, con grande difficoltà segue i sentieri dell'anima e quasi colmandone i vuoti, raggiunge la sublimazione. Per raccontarmi e attingere alla tavolozza del cuore non mi pongo “davanti” al supporto tela ma cerco invece di “attraversarla”. La maniera pittorica è, secondo me, la distruzione della creatività. Il folclore di cartolina coinvolge il profano ad un analisi puramente superficiale. Un giorno una persona mi disse “I tuoi quadri mi piacciono ma non li capisco!” io risposi semplicemente: “Si può restare affascinati da una melodia senza conoscere la musica o da una poesia ermetica senza codificarla, allo stesso modo si può entrare nella rappresentazione visionaria di un quadro ed esserne trasportati!” Oggi l'arte non segue più gli stessi percorsi di una volta e forse a qualcuno potrò apparire non adeguato ai tempi. Ma poiché sono una persona schiva, non dipingo per gli altri, non amo le sagre, le mostre estemporanee e le chiassose rivalità. Ritengo che l'ambizione al successo a tutti costi sia una falsa gloria e... come un aquilone, la furia del vento, possa distruggere la gioia di un attimo. Cerco di mantenere la genuinità e vivere nella coerenza di ciò in cui veramente credo.

STEFANO ZUCCHEROSO