Biselli - Cau - Granese

 

UN CONNUBIO PITTORICO A TRE

 

Lo spirito è sempre quello di giocare insieme con il colore e per il colore. Anche stavolta non vi è stata nessuna preparazione iniziale. Tutto scorre con tanta libertà, spontaneità e sintesi. Tutto viene improvvisato all'istante e privi di particolari obbiettivi ci si immerge in quelli della pittura per vivere esclusivamente la materia pittorica. Con atteggiamento giocoso e amichevole si affronta ogni dipinto, ogni dettaglio, ogni frammento visibile, svelando persino sensazioni e considerazioni critico-individuali, generando un interessante spontaneo confronto. Poter scandagliare lo spirito pittorico di ognuno di noi, relazionato nell'esecuzione di alcune opere insieme, non è cosa di poco conto. Certamente l'opportunità di quest'esperienze è ricca di tante piccole sfaccettature riguardante la nostra sfera umana. E' certamente un'esperienza che può rigenerare lo spirito, che ci permette di riscoprire il giocare insieme, seppure non più giovani, quasi fossimo ritornati indietro nel tempo dell'innocenza. Immersi in un'atmosfera quasi familiare, quasi a ricordare le botteghe rinascimentali, dove forse tutto il mondo relativo alla pittura era vissuto più intensamente dall'animo umano. La nostra piccola parabola pittorica può anche inter- rompersi qui, ma , mi piacerebbe che questa possa fare da stimolo e quindi poter continuare ancora con quattro, poi cinque, sei, e così via, ricomponendo coppie e gruppi di pittori, quasi fosse un contagio fisiologico.

ROBERTO CAU

 

 

 

E' INCONTRO O SCONTRO ?

 

Visitare l'atelier di un pittore, ma soprattutto vederlo all'opera, è un'esperienza di notevole interesse; se poi si ha l'avventura di vedere all'opera addirittura tre artisti e tutti e tre sulla stessa tela, la sorpresa è veramente di grande impatto emozionale. Si, perché questo a me è accaduto: vedere cimentarsi nell'arena dell'arte Tino, Roberto e Michela in una lotta col colore, col segno, col pathos, proveniente dalla individualità più o meno tormentata di ciascuno di loro. Tino, per primo, si lancia sul campo ancora intonso e traccia la sua impronta sicura e fertile di altre pennellate decise e forti nella maestosità del colore. Segue Roberto con una sorta di controcampoche fa da corollario in un incontro quasi simbiotico, astratto ma vivo di luci, di espressione, di forza. L'opera sembra conclusa; esterrefatti essi stessi del risultato ottenuto con tanto calore e tanta vivacità, ribadiscono alcuni particolari, rafforzano i colori, danno corpo e vita all'opera stessa. Cos'è questo? Un paesaggio, un volto, un gruppo di figure, una maternità? Su tutto incombe la materia, il travaglio di una pennellata che sgorga da dentro e
urla di volta in volta un nuovo messaggio. Ma ora è il turno di Michela che, sull'opera si può dire "finita", si lancia con impeto e imprime tutta la sua focosa personalità. La forma viene stravolta dal tratto spontaneo e incontrollato: la figura perde tutta la sua dolcezza per diventare un paesaggio su cui incombe l'imprevvisto; e così le altre opere che in un attimo nel colore esprimono la furia degli elementi o, al contrario, la delicatezza di un momento di pace. Tre personalità si incontrano e si scontrano fra loro
in un crescendo di toni e di "suoni" disuguali fra loro ma ugualmente legati fra loro e tali da creare un accordo che talvolta raggiunge una incredibile e insperata musicalità.

Ma allora cos'è l'Arte ? E' incontro o scontro ? E' tutto o niente ?

MARTA FARA

 

 

 

LO SCAMBIEVOLE SCOPRIRSI

 

E' proprio come assistere alla nascita di un amore. La prima opera è il colpo di fulmine, dove i colori sono esplosi spontaneamente alla ricerca, poi, di un loro ruolo nell'insieme. Poi, l'evolversi nell'affanno di apparire ma, in un tempo, nel travaglio di non volersi reciprocamente oscurare. Quindi, il graduale avvicinamento alla sintonia, lo scambievole scoprirsi, la forma-non forma, il colore finalmente appagato in una pacatezza di toni, la calma matura.Il tutto - colori e forme, perché no? - sotto l'egida discreta di Picasso, Cézanne, Gauguin, Basquit, van Gogh..... Uno strano sogno realizzato, questo, dove il desiderio e il suo oggetto si sono reciprocamente nutriti e arricchiti. L'importante è che, come in un buon amore, non siopacizzino le reciproche libertà.

 

E allora, in bocca al lupo!

MICHELE DEIDDA