Beppe Contu

Pittore

Quando Beppe Contu esponeva nel 1976 a Vicenza dissi che era da considerare la matrice umana della sua composizione che gravitano in prevalenza sul lavoro dell'uomo, o meglio, sull'uomo che lavora. Se questa considerazione fosse sempre valida si potrebbe obiettare che la pittura di Contu ha subito una stasi. Non è assolutamente vero e ciò è facilmente intuibile quando si pensi che certi pittori non hanno dipinto altro, nel lungo arco della loro produzione che bottiglie e caffettiere. Confortati da questa considerazione guardiamo con occhi sempre nuovi alla più recente produzione di Contu in un mondo che predilige i lavoratori del mare e quelli della laguna. Figura umana, marine, cieli e atmosfere lacustri sono il motivo ricorrente che conferisce al pittore quella capacità tecnica e quella assorta pensosità di fronte al lavoro dell'uomo delle acque. Queste opere di Contu non richiede discorsi introduttivi o chiavi interpretative. E' una pittura maschia e robusta che parla un suo linguaggio e cioè il linguaggio di un pittore persuaso del proprio lavoro. pensoso dell'umano lavoro, lavoratore instancabile e pittore nel senso più sano ed efficace.

Peppetto Pau

L'arte di Beppe Contu

La nascita segna la prima datità dell'essere ed ogni vita permea di sé quelle che incontra, così fintanto che la morte la conclude. Questo drammatico ultimo evento, pur costitutivo dell'esistenza, impone ad ogni uomo l'angoscioso interrogarsi del perché. Beppe Contu estimatore della vita, non fugge la domanda ma rileva la fragilità delle risposte. Pertanto è il dato di fatto, il perenne perpetuarsi del dolore e della morte, intesa questa come aspetto assomante di esso, il tema principale del suo argomento pittorico.

Roger Emmi

"L'urlo espressionista di tragiche visioni"

Una serie di opere, le ultime, che da una parte indicano un percorso artistico dove Contu lega l'incombenza della morte, il senso della sua implacabilità e il soffocamento della sua presenza come in perenne, perfido aguato, e dall'altra, esprimono il desiderio, seppur flebile, di una giustizia, di un riscatto del bene nel mondo, di una reazione di fronte ad ogni atto di male radicale che provoca dolore all'anima, non cedendo così alla rassegnazione, perché la rassegnazione compare laddove sono state uccise la speranza e la riflessione sul destino della vita.

Antonio Turnu